Molto spesso sui miei articoli si trova il termine “indice glicemico“; oggi scopriamo cos’è e in quale tipo di alimenti è importante valutarlo. Analizzerò anche il significato di un altro importante termine, il “carico glicemico”: apparentemente simile all’indice glicemico ma differente poiché tiene conto della quantità effettiva di carboidrati presenti nell’alimento.


 

Che cos’é l’indice glicemico (IG) di un alimento?

Definizione: l’indice glicemico (IG) è un parametro elaborato agli inizi degli anni ’80 dal prof. Jenkins dell’Università di Toronto che classifica gli alimenti in base alla loro influenza sul livello di glucosio nel sangue (glicemia).

Per molto tempo in passato si è ritenuto che tutti i carboidrati semplici (dolci, bibite, succhi…) fossero uguali e facessero salire rapidamente il glucosio nel sangue; viceversa si riteneva che tutti i carboidrati complessi (verdure, legumi, cereali integrali etc) lo facessero salire lentamente e in modo graduale. Fortunatamente gli studi più recenti hanno ampiamente documentato che non è sempre così: per quanto riguarda i carboidrati semplici, per esempio, si è scoperto che il pane bianco fa salire più rapidamente il glucosio nel sangue rispetto a un gelato.

 

Come si misura l’IG dei vari alimenti?

Tecnicamente si misura valutando l’incremento della glicemia quando si assumono 50 g di glucosio. L’entità della risposta viene espressa in termini percentuali medi rispetto al glucosio (oggi si usa anche il pane bianco), che viene preso come punto di riferimento stabilendone un valore pari a 100 nella scala dell’indice glicemico. Esistono inoltre delle tabelle di classificazione arbitraria in IG elevato, intermedio e basso che secondo la maggior parte degli autori è fissata nei range di valori indicati nella tabella sottostante. I cibi che fanno salire il glucosio rapidamente hanno un IG alto, quelli che lo fanno salire gradualmente hanno un IG basso.

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Perché è importante l’IG per una persona diabetica?

L’Indice Glicemico è un valore importante per chi soffre di diabete, considerato che deve evitare rapidi innalzamenti della glicemia. Seguire una dieta a base di alimenti con IG basso, per quanto possa sembrare complicato, può permettere un migliore controllo della propria glicemia.

Da che cosa dipende l’indice glicemico?

Quando consumiamo qualche alimento che contiene carboidrati, questi passano dall’intestino al sangue e così i livelli di glucosio aumentano. L’ammontare di questo aumento dipende da diversi fattori:

  • la composizione dell’alimento,
  • il luogo di coltivazione e raccolta,
  • il contenuto in amidi, proteine, fibre e grassi,
  • la combinazione con altri alimenti,
  • il tipo di cottura,
  • il grado di maturazione (per es. per la frutta);

sono tutti fattori che possono influenzare anche notevolmente gli effetti sulla glicemia; inoltre l’IG può presentare forti variazioni da una persona all’altra.

I valori dell’Indice Glicemico pur essendo un parametro utile soprattutto per la qualità della propria dieta, vanno considerati, tuttavia, come valori puramente indicativi perché si riferiscono sempre e solo all’alimento puro e non alla quantità effettivamente consumata (carico glicemico). Rispetto ad una dieta classica che fornisce le quantità esatte da consumare, quella dell’IG è necessariamente più imprecisa. Il consiglio è quello di usarla come ausilio complementare ad altri tipi di dieta consultandoti con il tuo medico.

 

La quantità consumata fa la differenza

Molti alimenti con un indice glicemico basso sono integrali e sono ricchi di nutrienti come fibre, vitamine, minerali e altri componenti importanti per la salute, proprio per questo consiglio quasi sempre l’inserimento di questi alimenti nei piani alimentari dei miei pazienti con diabete. Tuttavia, è importante tenere sempre d’occhio anche la quantità che si assume di ciascun alimento.

 

Quanto più è elevato il consumo di un alimento con basso IG, tanto più evidente sarà l’aumento della glicemia.

Al contrario, il consumo di una quantità ridotta di un alimento con IG elevato influenza la glicemia meno di quanto lascerebbe presumere il suo indice glicemico. Per questo nella pratica è molto più utile il Carico Glicemico.

 

Che cos’è il Carico Glicemico (CG)?

Definizione: Il carico glicemico (CG) valuta l’effetto sulla glicemia di un alimento basandosi sulle quantità effettivamente consumate.

Di conseguenza è un parametro più adatto per calcolare il consumo quotidiano dei vari alimenti. Mentre l’Indice Glicemico è la misura della qualità dei carboidrati, il Carico Glicemico è la misura della loro quantità: tiene conto sia dell’IG che del contenuto di zuccheri per porzione consumata.

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A seconda delle dimensioni della porzione, infatti il carico glicemico di alimenti diversi può risultare simile nonostante l’indice glicemico degli stessi sia molto diverso.

Proviamo a fare un esempio che possa chiarire meglio il concetto:

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Come indicato nella tabella, una porzione di pane ai cereali ha un carico glicemico di 19, mentre una porzione di pane bianco (che ha un IG molto più elevato rispetto al pane ai cereali) ha un carico glicemico simile, pari a 17. Aumentando la quantità consumata di pane bianco, a parità di IG, il carico glicemico raddoppia.

 

Fonte: www.diabete.com


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